Lavorare meno per produrre di più e soprattutto essere più felici. È questa la rivoluzionaria proposta avanzata dal governo spagnolo. Vi spieghiamo nel dettaglio in cosa consiste.

32 ore, 4 giorni ma a fine mese stesso stipendio. È questa la proposta, innovativa e rivoluzionaria, della settimana lavorativa ridotta, avanzata nelle settimane scorse dal Governo spagnolo. Un’idea che ha come obiettivo quello di migliorare la vita dei lavoratori ma anche, e soprattutto, aumentare la produttività e far girare l’economia.

La proposta, avanzata in passato anche dalla Nuova Zelanda, era entrata nel dibattito pubblico della Spagna da qualche anno, fino al febbraio scorso, quando Inigo Errejon, politico di spicco del partito Mas Pais, aveva dichiarato: “Con la settimana lavorativa di 4 giorni abbiamo aperto un dibattito epocale. Di cosa deve occuparsi la politica se non del tempo di vita?”.

Proviamo però a entrare nel merito della riforma. La proposta del partito è basata su numerosi studi ed esperimenti e parte soprattutto da una convinzione: ridurre le ore lavorate può corrispondere a un mantenimento o anche a un aumento dei livelli di produttività. Gli esperti, a favore di questa proposta, fanno notare che se in Spagna si lavora 36.4 ore a settimana, la Germania ne lavora invece 34.2 ma con un livello di produttività maggiore del 4.5{eeb4efe56c2afca24e8ceb01fa22d185a37a87bcf55fa880ea9e920253c663f2}. Altra ricerca che dà man forte alla proposta è quella del Software DELSON, impresa dell’Andalusia che è passata da 40 ore a 36, concentrate in 4 giorni. Risultato? Non solo un aumento della produttività, ma anche del tasso di soddisfazione di lavoratori e clienti, tanto da assumere altri 29 dipendenti. Stessi risultati ottenuti a Madrid da alcuni ristoranti e dall’impresa di consulenza Zataca System, a Valencia.

Quello della settimana corta è solo uno dei tanti metodi che le aziende e le imprese mettono in campo per migliorare la produttività. Un altro, sempre più diffuso negli ultimi anni, è quello della gamification. Il termine, coniato nel 2010 dal designer statunitense Jesse Schell, rappresenta un sistema di lavoro o di vita in cui si sceglie di creare stimoli e voglia di compiere determinate azioni in cambio di un riconoscimento di un premio. Così si possono creare bonus per gli obiettivi centrati, ricompense per i progetti andati a buon fine. Il sistema del premio produce stimoli positivi nei lavoratori, andando a toccare tre fattori sociali di grande importanza: l’autonomia, il valore e la competizione. Tra le aziende che hanno sviluppato questo tipo di approccio c’è senza dubbio StarCasinò, che applica la gamification alla proprioa offerta di gioco, oppure l’app Gametize.

Per far sì che il lavoro sia sempre di più un’attività piacevole e produttiva. Quasi un gioco da giocare.