I segreti della cessione del V. Cos’ è e perché è tanto amata dagli italiani. Tra le varie forme di prestito personale si trova la cessione del V. Questo è un prestito particolare, in quanto il rimborso non viene effettuato direttamente dal debitore attraverso le modalità di pagamento concordate con la banca o la finanziaria, ma viene detratto automaticamente dal salario o dalla pensione. In poche parole, per un lavoratore è direttamente l’azienda presso la quale si lavora a pagare la rata, nel caso di un pensionato invece sarà l’INPS o l’INPDAP a versarla.

Cessione Prestiti
La Cessione del V. Boom di richieste nel 2017 ma non è tutto oro quello che luccica. Spesso si finisce anche in tribunale.

È pricipalmente per questo che questo tipo di prestito è particolarmente amato dagli italiani.
Viene chiamata cessione del V, perchè ogni singola rata non può essere superiore a un quinto dello stipendio o della pensione netta percepita mensilmente. Un prestito cessione del V, può essere richiesto dai lavoratori dipendenti pubblici statali, da tutti i dipendenti delle aziende private e dai pensionati. Non può invece esere richiesto da un lavoratore autonomo o da un libero professionista. Esistono comunque diversi prodotti di cessione prestito personale. Come la cessione del quinto INPDAP, la cessione del Quinto INPS etc.

La durata della cessione del quinto, varia dai 60 a 120 mesi. L’importante è che si abbia un contratto di lavoro a tempo indeterminato o anche a tempo determinato, ma che comunque copra il periodo di pagamento della cessione del V. È anche abbastanza apprezzato dagli italiani per il fatto che a differenza di altri prestiti, la garanzia principale è costituita dal salario o dalla pensione e dal TFR. Quindi questo prestito, non ha bisogno di garanti, ipoteche e fideiussioni. In più, la cessione del V può anche essere richiesta da tutti coloro che per svariati motivi, risultano cattivi pagatori presso qualsiasi centrale rischi o banca dati. Con questa modalità di prestito non si incorre nel rischio di diventare un cattivo pagatore, proprio per il fatto che viste le modalità di pagamento, il lavoratore o il pensionato, non può assolutamente dimenticare di pagare la rata o non riuscire a mettere da parte la somma dovuta. Per questo viene anche chiamato prestito garantito.

La richiesta della cessione del V è necessariamente accompagnata dal pagamento di una polizza assicurativa, contro il rischio di morte o la possibilità di perdere il lavoro. L’importo del prestito dipende direttamente da tre fattori: gli anni di anzianità lavorativa, il TFR cumulato e l’ammontare della retribuzione lavorativa o pensionistica percepito mensilmente.

Nel 2017 si è assisto ad un boom di richieste ma anche ad un boom di ricorsi in merito proprio alla cessione del quinto, con l’ arbitro bancario che in 3 casi su 4 ha dato ragione al cliente che aveva contratto il prestito.

Segno che ancora, in termini di trasparenza e correttezza verso il cliente, si può fare molto. FONTE DELLA NOTIZIA